Educazione e sviluppo cognitivo, FAMIGLIA, Genitorialità

Mamma lavoratrice, e me ne vanto!

mamma-lavoratrice

Sì, è proprio così, sono fiera di essere una mamma lavoratrice. Chiamatemi mamma atipica, ma per me i 9 mesi a  casa sono stati sì straordinari, ma anche eterni. Sono arrivata allo scadere della maternità facoltativa retribuita, tirando un sospiro di sollievo. Stanca di dialogare esclusivamente con un lattante che non mi poteva rispondere verbalmente, il rientro al lavoro è stato per me una ventata d’aria fresca (consapevole che in molte mi darete contro!).

Ho due bambini e da poco sono una mamma lavoratrice in proprio, scelta nata soprattutto per loro, ignara del fatto che così non avrei avuto pause e che il tempo da passare con loro sarebbe stato ancora minore.

All’inizio il mio pensiero era 20 ore su 24 rivolto a consegne, lavoro, clienti e questa cosa ha portato ad un incrinarsi del rapporto con il secondogenito. Dopo sensi di colpa, pianti e colpevolizzazioni, ho fatto un esamino e così mi sono ri-settata ed ho fatto dell’idea che i figli non  sono un impegno da incastrare tra i mille altri che abbiamo, un must!

Mamma lavoratrice e poco tempo da passare insieme: sfruttiamolo nel modo migliore

Dopo la prima figlia, speravo che il secondo fosse un maschio, perché i maschi sono mammacoccoledipendenti :-), ed io non vedevo l’ora di poter avere un piccolo pagnottello che mi abbracciasse e riempisse di baci da mattina a sera. Inutile dirvi che non è stato assolutamente così. Anzi, più passava il tempo e più subivo un totale rifiuto da Alessandro, con un’esclusiva predilezione nella presenza del padre o addirittura dei nonni.

Dopo aver pianto, essermi flagellata a sufficienza, ed aver addirittura chiamato il pediatra chiedendo se fosse normale che un figlio maschio non fosse attaccato alla mamma, ciò che ho compreso è che la colpa era mia, esclusivamente mia: perché troppo presa dal mio lavoro, dall'”essere sul pezzo” sempre.

Ho compreso che l’attenzione di un genitore deve essere reale, foss’anche per mezz’ora. Quindi appena varco la soglia di casa via il telefono, il computer rigorosamente spento e mamma è tutta per loro; perché quando decidiamo di stare coi nostri bambini contano solo loro, che sia per giocare, per fare due chiacchiere o per qualsiasi altra attività. Ciò di cui mi sono accorta è che è la qualità della nostra presenza che infonde sicurezza e rinforza il legame speciale che abbiamo con loro.

Al bando, dunque, colpevolizzazioni, vittimismi e frustrazioni; sì a produttività, esclusività e felicità. I nostri bimbi devo sentire che siamo felici di stare con loro e questo lo percepiscono solo se siamo realmente focalizzate sul momento che stiamo vivendo insieme. Nel mio piccolo sto imparando a difendere lo spazio familiare dalle contaminazioni esterne.

Lunedì prossimo, 20 maggio, vi racconterò i 5 piccoli trucchetti che adotto per rientrare a casa con il piede giusto.

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3 Comments

  1. 1

    Vanessa, è proprio come dici tu. Per vivere serenamente il ruolo di mamma occorre anzitutto raggiungere un equilibrio con se stesse e solo a quel punto è possibile tornare appagate dai bambini e dare loro tutta l’attenzione che meritano (e che pretendono). Non voglio con questo difendere il mito del “tempo di qualità”, i bambini hanno bisogno di tanto tempo, non è tornando a casa solo per metterli a nanna che si può pensare di creare una relazione importante con loro. Tuttavia, se lavorare piace e in un impeto si decide di mollare tutto per sacrificarsi sull’altare della maternità è difficile alla lunga nascondere insoddisfazione, perché il mestiere di mamma non è privo di frustrazioni come qualsiasi altro mestiere. La difficoltà è raggiungere un equilibrio dinamico tra famiglia e lavoro, una situazione che richiede la collaborazione di tutti (marito, colleghi, vicini di casa, ecc. ecc.).
    Sono un’esperta di organizzazione eppure non ho trovato ancora l’algoritmo, forse proprio perché l’equilibrio è dinamico e dipende molto dalle relazioni che si hanno con le persone che ci circondano. Tuttavia, se si prende con lo spirito giusto, il bello è proprio questo :)

    • 2

      Anna credo tu abbia centrato perfettamente il punto sintetizzando il tutto con “equilibrio dinamico”.
      Che tu non abbia ancora trovato l’algoritmo giusto fatico a crederlo :)

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