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Missione impossibile: trovare il nostro look professionale

look professionale

L’estate è appena trascorsa, e pensavamo di aver tutti, in ufficio, tirato un sospiro di sollievo.

Non mi riferisco ad un picco di lavoro o ad un improvviso rilascio in Produzione, ma al peggiore periodo dei look da ufficio: la stagione calda dà il via ad un tripudio di ciabattine, infradito, prendisole che nemmeno a bordo spiaggia. Non che sia richiesto un look formale, però via, nemmeno l’anticamera del bagnasciuga.

Di questo e molto altro ho discusso di fronte a un caffè freddo assieme a Giuseppina Sansone, amica, personal shopper ma soprattutto persona dotata di gusto e fiuto per il bello che mi ha parlato di un suo interessante progetto relativo alla ricerca di un proprio stile in ambito lavorativo. E allora, oltre alle brutture che mi tocca vedere sul luogo di lavoro mi sono saltate in mente alcune considerazioni che mi fa piacere condividere.

Invisibili in ufficio?

Per larga parte della mia vita, a partire da quella universitaria prima e quella lavorativa poi, sono stata convinta che in ambito professionale le persone che incontravo dovessero ricordarsi di me e non del mio vestito. Questo ha voluto dire, per molto tempo uniformarsi ad uno standard piuttosto anonimo: ricordo con qualche imbarazzo alcuni miei completi giacca e pantalone riguardo ai quali anonimo è addirittura un gran complimento.

L’abbigliamento parte del gioco

Nel corso degli anni la mia opinione è un po’ mutata e devo dire che mi sono trovata sempre più a considerare il look come espressione della propria personalità. Senza arrivare a pensare, come ho letto da qualche parte, che occorre ‘Vestirsi per il lavoro che vorremmo e non per quello che abbiamo’ credo che l’abbigliamento possa contribuire ad una buona prima impressione o anche a lasciare il segno nelle relazioni di lavoro.

Siamo sempre noi…ma al lavoro

Se è vero che il look è un veicolo di comunicazione, quello che ciascuno dovrebbe chiedersi, secondo me, è quale messaggio si intende mandare con una certa scelta di stile. Se vogliamo dare una sensazione di affidabilità e professionalità siamo sicure che sia una buona idea indossare una mini da discoteca o le infradito come in spiaggia? L’abito non fa il monaco è un detto che è nato quando le flip flop di gomma ancora non c’erano.

E già che sono in vena di citazioni colte vi direi anche che il fatto che il look debba essere appropriato al contesto lo dimostra anche al Kate di ‘Workin’ Moms’ (serie che se non avete visto dovreste proprio). Lei, da professionista della comunicazione e PR con doppio lavoro, passa da un look con tacco 11 e tailleur presso l’agenzia tradizionale al cambio in corsa con abbigliamento funky e bicicletta per l’impiego presso quella più alternativa e giovane.

Investiamo in noi stesse

E quindi il messaggio è: cerchiamo di capire quale è il nostro stile anche in ufficio tenendo presente il contesto in cui siamo, indossando ciò che ci valorizza e rispecchia. Pare facile ma non lo è, per questo se faticate a trovare la direzione, una buona bussola possono essere gli incontri che Giuseppina organizza. Per conoscere le prossime date e avere dettagli potete scrivere qui: giuseppina@fashionandthecity.it

PS. Se la incontrate non ditele che non ho ancora una bella camicia bianca nell’armadio e che oggi in ufficio indossavo le Converse.

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