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Tecnologia e famiglia: come rassicurare i nostri figli.

Tecnologia-famiglia

Quanto influiscono oggi i nuovi media sull’andamento familiare: tecnologia e famiglia, come non farsi travolgere in modo errato?

Dai, mamma! Sto “whatsappando”!
“Stai whatsa.. che?”
“E pensare che mi sentivo all’avanguardia perché sono in grado di mandare sms!” . Come biasimare questa mamma che con un tono di rassegnazione cerca in qualche modo un mio sguardo di comprensione? Come a dire: “Sono sempre un passo indietro”. E forse è vero.
La tecnologia è la metafora concreta di come gli adolescenti di oggi crescano troppo rapidamente perché si riesca a star al loro passo. Non ci sono più i passaggi graduali che un tempo segnavano le tappe infanzia-preadolescenza- adolescenza e adultità.

Decine e decine di programmi tv, articoli sui giornali e addirittura rubriche intere su riviste dedicate al tema ma nessuno sembra riuscire a venirne a capo. Tra l’altro, da tutto questo emerge un quadro catastrofico che per certi versi porta alla disperazione e per altri alla rassegnazione.
Insomma, un processo in cui i colpevoli sembrano essere molteplici (famiglia, scuola, società in generale e politici in particolare, mass media e social network, crisi ecc..) ma in cui la sentenza sembra destinata a non venir mai pronunciata.

Quindi cosa possiamo fare, noi, nel nostro piccolo mondo, quello in cui tutti i giorni, tornando dal lavoro, ci troviamo a doverci barcamenare tra la richiesta di una coccola e quella immediatamente successiva di un rifiuto? Quello in cui, nel momento in cui impariamo a mandare sms ai nostri figli, loro stanno già utilizzando un nuovo modo di comunicare?
Una delle risposte potrebbe sembrare banale, ma non lo è: ascoltare.

Porsi nella condizione di ascolto nasce dalla consapevolezza di non partire dal presupposto che solo noi abbiamo qualcosa da insegnare; certo, cambia il punto di vista e questo ci rende insicuri, ma anche più consapevoli di quelli che sono i loro reali bisogni, le loro aspettative, le loro reali paure. In tutto questo però bisogna sempre stare attenti a far sì che i ruoli vengano rispettati (mamma e papà NON sono amici!) perché è indispensabile che loro sappiano che possono contare sempre su qualcuno che non è un loro pari, che possa guidarli o riportarli sulla strada giusta in un momento di smarrimento.

Un’altra risposta è dilatate i tempi: lasciate loro più tempo, fate in modo che riassaporino la bellezza del prendersi tempo per sé e per le relazioni. E in tutto questo riappropriatevi del fare insieme, che non vuol dire obbligarli a fare un’attività che può piacere a voi ma che per loro può essere noiosa; semplicemente cercate, ad esempio, di svegliarvi un po’ prima la domenica mattina e magari semplicemente fare insieme colazione; e perché, ad esempio, non utilizzare proprio i social network chiedendo a vostro/a figlio/a di insegnarvi a comunicare con una vostra parente lontana?

E ancora, un ultimo consiglio che voglio darvi è spronare al desiderio, che non vuol dire certamente incentivarli a chiedervi un nuovo smartphone! Semplicemente, come suggerisce l’etimologia della parola stessa (de=mancanza; siderium= stella) far in modo che siano sempre alla ricerca di qualcosa che dia loro luce, calore, emozione: in una parola una passione, vera, reale e soprattutto sentita, accompagnata ma mai guidata; qualcosa che, tra una “ whatsappata” e un‘altra, permetta loro di aggiungere, un po’ per volta, pezzi al proprio personale senso della vita.

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