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Le donne guadagnano meno

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Il 28 febbraio scorso si è celebrata la “Giornata europea per la parità retributiva” tra uomini e donne: secondo recenti statistiche da inizio anno ad oggi le donne hanno lavorato “a salario zero” rispetto a quanto abbia fatto un uomo.  Infatti i dati della Commissione Europea parlano chiaro: il differenziale retributivo di genere (differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne nell’intera economia) è rimasto quasi immutato negli ultimi anni ed è ancora del 16% circa.

Il 16% di un anno (365 giorni) sono 59 giorni, facendo quindi divenire quel 28 Febbraio un giorno emblematico poichè sembra quasi, secondo questa statistica, che le donne abbiano lavorato gratis fino ad allora.

Non bisogna inoltre dimenticare come l’Europa ci abbia già indicato che “la partecipazione delle donne al mercato del lavoro resta modesta e l’Italia presenta uno dei maggiori divari di genere nell’occupazione a livello di Unione Europea”.

La Commissione inoltre ricorda che sono fattori particolari a determinare il livellamento dei salari, come l’aumento della percentuale di lavoratrici con un più elevato livello di istruzione e l’impatto della recessione economica. Quest’ultima ha colpito maggiormente i settori a prevalente manodopera maschile, come l’edilizia e l’ingegneria. Elemento che porta Bruxelles a concludere che il lieve livellamento non è imputabile esclusivamente ad aumenti della retribuzione femminile o a un miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne.

Infatti “la constatazione più amara è che il lievissimo livellamento cui assistiamo è in buona parte attribuibile a una diminuzione delle retribuzioni maschili, come conseguenza della crisi economica, più che a un aumento di quelle femminili”, spiega inoltre Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia. Che aggiunge: “la parità retributiva per uno stesso lavoro è un principio sancito dai trattati dell’Unione ed è giunto il momento, dopo anni di inazione, di farla diventare una realtà per le donne in Europa.”

Ad avvalorare questa tematica, un articolo di Maria Laura Rodotà su Io Donna del mese scorso inoltre accenna al fatto che “bisognerebbe nominare ogni lavoratrice migliore amica di se stessa”, poiché recenti studi hanno dimostrato che le donne dopo trattative riguardanti il salario ottengono stipendi più bassi rispetto ai colleghi uomini. Mentre le stesse donne riescono ad essere maggiormente assertive ed efficaci quando si tratta di trattative per altri.

Voi cosa ne pensate?

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