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Alimentazione primi 1000 giorni: responsabilità nell’essere una futura mamma

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L’alimentazione del bambino è un argomento caldo e spesso sottovalutato dalla futura mamma perché non sempre è immediata la responsabilità nei confronti del nascituro già quando si è in dolce attesa.

Settimana scorsa ho avuto il piacere di partecipare ad una tavola rotonda dove era presente il nutrizionista Giorgio Donegani che ci ha parlato del tema dell’educazione al gusto e ha sottolineato quando sia fondamentale prestare attenzione a cosa si mangia sin dal momento successivo al test di gravidanza positivo: ogni donna in dolce attesa dovrebbe attivare l’#osservatorio1000giorni.

I primi 1000 giorni, che iniziano dal concepimento quindi sin da quando lo spermatozoo feconda l’ovulo, sono un periodo fondamentale per il bambino, il quale svilupperà le basi di quello che sarà la sua vita sia dal lato salute che dal lato apprezzamento verso il gusto del cibo: quanto avviene nei primi 1000 giorni influenza la maggior o minor predisposizione alle malattie da adulti. Tra le malattie citate ci sono malattie importanti, non la semplice predisposizione al raffreddore.
Ed ecco quanto importante sia la cura nei confronti dell’alimentazione della mamma prima, quindi durante la gravidanza che per osmosi si riflette sul bambino, e del bimbo poi, una volta venuto al mondo.

Dalla collaborazione tra Sfera e la Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare è stata fatta una ricerca avviando la 5° edizione di Osservatorio Mamme: una fotografia delle mamme a tavola da cui emerge che l’83% delle mamme ritiene importante la cura dell’alimentazione per la propria salute (e quelle dei cari) ma il 21% dei bambini è in sovrappeso e quasi il 10% è obeso: questo davvero un grande paradosso!
Ricordiamo che un bambino obeso sarà un adulto con una prospettiva di vita inferiore rispetto a chi è normopeso. Mamme non dimentichiamo quanto sia fondamentale partire con il piede giusto sin dai primi 1000 giorni di vita così da dare informazioni corrette per il programming che poi altro non é che “il processo in cui uno stimolo positivo o negativo possono influenzare in modo permanente o a lungo termine sulla salute”.

Alimentazione del bambino: cosa condiziona la sua salute nei primi 1000 giorni

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Mamma, fumeresti mai vicino al tuo neonato o gli daresti da bere degli alcolici? Immagino che la tua risposta sia no! Allora perché durante la gravidanza fumi la sigarettina o bevi il cicchettino per “digerire”?
Davvero, mi piacerebbe che da questa provocazione ne nascesse una sana discussione informativa visto l’importanza dell’argomento, anche perché poi leggo post su Facebook in cui, proprio quelle mamme che non sono state così rispettose nei confronti del proprio figlio in grembo, scrivono pipponi contro lo svezzamento indicato dal pediatra in cui specifica l’utilizzo di alimenti confezionati piuttosto che il “cibo fresco”, per lo svezzamento. Di questo io ne sono sempre stata convinta. Chi mi legge o mi conosce sa che per anni ho lavorato come creativa per le grandi multinazionali, proprio quelle sempre in mezzo all’occhio del ciclone e accusate di “chissà cosa ci mettono dentro”: ebbene sappiate che, proprio le multinazionali devono rispettare tanti criteri legislativi e a maggior ragione il settore degli alimenti per la prima infanzia deve obbedire ad una legislazione talmente ristretta, strutturata e controllata da essere garanzia stessa di cibo controllato.

Nulla contro l’orticello del papà che però, forse senza pensare, utilizza pesticidi o ha utilizzato diserbanti del terreno l’anno precedente la nascita del vostro bimbo che poi coincide guarda caso con la gravidanza. O ancor più gli alimenti freschi acquistati al supermercato. Insomma sono una ferma sostenitrice che gli alimenti sicuri siano quelli pensati per il bambino.

Fermo restando che l’allattamento al seno debba essere l’alimento da prediligere il più a lungo possibile per il neonato, penso che questo debba essere esclusivo qualora sia un piacere anche per la madre. Io per esempio, non ho amato allattare e ai 3 mesi della prima e un mese e mezzo del secondo, sono passata al latte artificiale. Per me il momento dell’allattamento non era un momento di “tutt’uno con i miei figli”, quindi perché passare questo mio disagio a loro? Così anche lo svezzamento è arrivato presto con un calendario di introduzione cibi fornito dal pediatra a cui mi sono attenuta sempre scrupolosamente. Una dieta ricca di frutta e verdura limitando le proteine animali, senza mai l’aggiunta di sale e/o zucchero nelle pappe e rispetto del loro appetito. Mai forzati a mangiare con “dai fallo per la mamma” o cose simili che potessero innescare chissà quali sensi di colpa.
Poi c’è la questione latte vaccino sì latte vaccino no… Le linee guida consigliano di introdurre il latte vaccino nell’alimentazione dei bambini solo dopo i 12 mesi perché sbilanciato e troppo ricco di proteine nonché povero di ferro, poi se devo riportare il mio caso con Carlotta lei dl 13° mese ha iniziato a stare male e ad avere sempre scariche acidissime tanto da crearle piaghe nonostante io la cambiassi all’istante. Dopo vari accertamenti è risultata intollerante al lattosio così per quasi due anni abbiamo dovuto toglierle qualsiasi alimento lo contenesse. Altro elemento importante da curare sempre, ma soprattutto nei primi 1000 giorni sono le dosi, che fanno la differenza tra la medicina ed il veleno [cit.].

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