FAMIGLIA, Sessualità

Famiglia allargata: puoi sgridarlo se è figlio suo?

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Ormai le famiglie allargate sono all’ordine del giorno; sono tanti i nuovi nuclei che hanno figli di lui, o di lei, oppure di entrambi, nuove famiglie che si formano da sfaldamenti precedenti e che si trovano spesso improvvisamente a convivere: stanze singole che si affollano, spazi privati che lo diventano meno, caratteri e metodi educativi che si scontrano, fatto sta che lo spazio diminuisce, i problemi aumentano, e spesso non puoi sgridare chi non è figlio tuo. Non sono un’esperta ma vedo che tantissime crisi partono proprio da questo: dal non essere d’accordo su come si allevano i figli. Peccato che se li hai fatti con il tuo attuale compagno, vige la regola del “sono genitore tanto quanto te”, se invece li ha fatti con un altro o un’altra, la cosa si fa più complicata.

Non è figlio tuo.

Quanto si deve stare ai margini dell’educazione quando un figlio non è tuo? Ho amiche infastidite dalla maleducazione delle figlie del proprio compagno, il problema è che lui non investe mai lei del “potere di dire la propria”. La bambina non è sgridabile, e se fa notare a lui qualcosa che la piccola fa in modo sbagliato, lui si rifiuta di capire il problema. Non vuole strigliare la bambina per il forte senso di colpa di averla solo nel week end. “Non sai cosa significa avere figli” è la parte peggiore della litigata. Davvero è così incomprensibile, o educare è comunque un gesto che va al di là dell’averli tirati su da quando sono nati? Altro problema sono le punizioni. In casa coi miei genitori vigeva un metodo secondo me efficacissimo: se vai male a scuola ti togliamo qualcosa a cui tieni. Se andavo male niente allenamenti di atletica, via la tv, via il telefono, via le uscite con le amiche. Rigar dritto significava avere accesso ai benefit. Sbagliare voleva dire farsi scucire la libertà un pezzo alla volta. Un baratto dare-avere. Io portavo a casa bei voti, loro mi lasciavano fare quello che mi piaceva entro certi limiti e orari. Ma se il compagno con cui convivi non condivide con te le regole? Se per lui basta una sfuriata e lascia comunque gli allenamenti, la playstation, il cellulare, le uscite? E che succede quando le tue regole di madre rigida con tuo figlio si scontrano con le regole labili di lui col suo? Ho la sensazione che sia anche complicato parlarne a priori perché riuscire ad anticipare certi problemi è complicato. Voi come ne siete usciti? Ciascuno alleva e sgrida il proprio figlio? O cercate di dare regole che valgano per tutto il nucleo famigliare? I figli dell’altro minano la stabilità del rapporto?

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