Educazione e sviluppo cognitivo, FAMIGLIA

Scatti d’ira e rabbia: frustrazione per i bambini, banco di prova per i genitori

scatti d'ira e rabbia

Se c’è una cosa che non ho mai sopportato e che tutt’oggi non sopporto, sono gli scatti d’ira e rabbia nei bambini, più precisamente nei miei figli, perché non sempre riesco ad affrontarli in modo adeguato, anzi praticamente mai!

Quando parlo di scatti d’ira e di rabbia faccio riferimento a quegli episodi che credo capitino in tutte le famiglie (almeno spero, altrimenti mi deprimo ancor più di quanto già io non lo sia), come quando un figlio, prendo il mio come esempio, 2 anni e mezzo, messo in vasca da bagno, poi non vuole più uscire. Immancabilmente arriviamo ad uno scontro quasi face to face. Lui che urla di non voler uscire, io che strillo dicendo di venir fuori dall’acqua. Lui che, una volta fuori, batte i piedi a terra nel migliore dei casi, nel peggiore si dimena a terra lui stesso, tirando fuori il peggio di sé, io a quel punto il peggio di me stessa sto lottando per reprimerlo! Ed è qui che “il ragazzo” mette a dura prova la mia capacità di sopportazione, lasciandomi comunque e immancabilmente, disorientata.

Hai voglia a sentirti dire dalle educatrici del nido che è normale, che i due anni corrispondono con la fase del no e dell’auto affermazione; fase che durerà fino ai 5/6 anni, o almeno sino a che non acquisteranno maggior capacità di accettazione delle regole, elaborando strategie più razionali e “di confronto” per arrivare ad ottenere ciò che vogliono (e di questo sono certa ne saranno maestri). Ma fino ad allora “Cara la mia Vanessa”, dovrai tenere duro,  magari escogitando degli escamotage che devino dai momenti pericolosi in cui il bambino si sente negare o imporre qualcosa che vogliono o non vogliono fare.

Gli escamotage anti scatti d’ira e rabbia

Mettiamola in questi termini: non essendo una mamma con mezze misure, non posso pretendere di avere figli che le abbiano. Così ho imparato ad attuare piccoli escamotage e diversivi a misura di bambino che mi aiutino a prevenire la pazza furia del “nano malefico” (soprannome coniato, in modo bonario, dalla mia grande, al fratellino).

Tornando all’esempio del bagnetto, ho imparato ad avvisarlo, che sarebbe uscito, almeno 10 minuti prima, scandendogli il tempo: “Ancora 5 minuti”… “Ancora un minuto”… e nel mentre faccio togliere a lui il tappo, per permettere che la vasca si svuoti.  IA tutto questo che, lo ammetto, non sempre funziona, ho aggiunto la fase dell'”Aiutami ad asciugare la vasca”. Vale a dire, terminato il tempo faccio e una volta che l’acqua se n’è andata completamente, insieme sciacquiamo la vasca e mentre lui la asciuga con il panno, io riesco ad infilargli l’accappatoio e senza che se ne accorga è fuori dalla vasca anche compiaciuto del suo operato.

Insomma sto cercando di renderlo partecipe nella gestione di una cosa che comunque a lui non garba molto. Va anche detto che non sempre mi riesce: faccio outing e vi rivelo che io non sono una mamma paziente e permissiva quindi può capitare che a volte, perché stanca o nervosa non riesca razionalmente a controllare tutto perfettamente, ma cosa vi devo dire, sono solo una mamma.

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