Un dubbio che aleggia tra le pareti domestiche, la domanda mai verbalizzata sulla bocca di amici e parenti, e i sorrisi di scherno dei passanti: come vive una famiglia l’omosessualità di un figlio?
Omosessualità come malattia
Non risale a molti anni fa l’eliminazione della diagnosi di omosessualità dal DSM, ovvero il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali: solo durante gli anni ‘70 si procede ad una prima eliminazione di questa dicitura, ma è nel 1987 che essa scomparirà del tutto.
Successivamente devono trascorrere ancora cinque anni perchè l’Organizzazione Mondiale della Sanità elimini la diagnosi di omosessualità dall’ICD, la Classificazione Internazionale delle Malattie, affermando che l’interesse sessuale per una persona dello stesso sesso non deve essere inteso come un sintomo di psicopatologia ma bensì come la libera espressione di una propria sessualità.
Omosessualità ed epoche storiche
Innanzitutto bisogna premettere che, nelle diverse epoche storiche che vedono la sessualità tra individui dello stesso sesso come una pratica normale, non si parla di omosessualità ma solamente di sessualità. Infatti, il termine “omosessualità” risale ad epoche più recenti, nello specifico alla metà del 1800; prima non veniva fatta alcuna distinzione tra eterosessualità ed omosessualità, viste come due orientamenti opposti l’uno all’altro, si parlava in termini più generali di sessualità, e ciò su cui veniva posto l’accento era il ruolo attivo o passivo di chi si accingeva a compiere l’atto sessuale con un individuo dello stesso sesso.
Detto ciò, è doveroso ricordare come nell’Antico Egitto, nella cultura cultura greca e romana, ciò che oggi è definito omosessualità, era accettata e praticata regolarmente; era normale per un uomo adulto avere amanti donne quanto giovani ragazzi. Esistono molte più testimonianze rispetto alla sessualità maschile, ma non si può dimenticare il lesbismo, una forma di erotismo noto e non giudicato, di cui si legge in riferimento all’isola di Lesbo o al popolo delle amazzoni.
Omosessualità nel regno animale
“E’ contro natura!”, “Non è una cosa innaturale!” si sente pronunciare da qualcuno, a volte, quando si apre il dibattito sul tema “omo”. Convinzione quanto mai errata, visto che nel regno animale l’omosessualità riguarda più di 450 specie.
Quanti conoscono esattamente la sessualità del Re della foresta? Il leone, immagine di forza e potenza, preso ad esempio da più parti per indicare energia e coraggio, si accoppia regolarmente con leonesse e leoni. Chi conosce bene il regno animale non potrebbe certo accettare una definizione di “innaturalità”.
A fronte di tali premesse, è possibile accorgersi che l’omosessualità è stata inizialmente vissuta e considerata una pratica abituale, successivamente, condannata e considerata una malattia da curare, ed in epoca ancora più moderna si sta cercando di tornare ad una nuova “depatologizzaione” di questa condotta sessuale.
Ma quali sono le criticità e le implicazioni che vive una famiglia quando l’omossessualità di uno dei suoi membri diventa nota? (…nel prossimo articolo)