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E’ ora della terza rivoluzione femminile?

terza rivoluzione al femminile

Di recente due illustri esponenti del lavoro al femminile hanno ammonito l’Italia.

“Il vostro è uno dei Paesi della zona euro che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro“. Un cambio di rotta “potrebbe avere effetti benefici sulla produzione di reddito aggiuntivo e, quindi, sull’uscita da un periodo di stagnazione“. Così il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, in un’intervista al Corriere della Sera, invita ad incoraggiare il lavoro femminile.

Questa tesi si aggiunge a quella che di recente la giornalista e scrittrice Arianna Huffington ha esposto su Repubblica in cui dichiara che sarebbe meglio lavorare di meno, soprattutto per le donne che pare reggano meno facilmente stress e orari tipici della crescita di carriera, in quanto sovraccaricate anche dal lavoro domestico. Dichiara inoltre la stessa giornalista che secondo un’indagine di ForbesWoman, ben l’84% delle donne lavoratrici intervistate dichiara che stare a casa a curare i figli è un lusso finanziario a cui aspirano.

Entrambe queste due donne di successo sottolineano come siano necessarie riforme anche e soprattutto culturali per ridefinire il mercato del lavoro ed incentivare in particolar modo quello femminile.

Huffington dichiara inoltre: “Se vogliano ridefinire il significato di successo, se vogliamo adottare una terza metrica che va al di là del denaro e del potere, dovranno essere le donne a segnare la via, e gli uomini, liberati dall’idea che l’unica strada per il successo sia prendere l’autostrada dell’infarto verso la città dello stress, ci seguiranno riconoscenti sia al lavoro sia a casa”.

Ma tutti questi concetti che nel 2014 ritornano attuali e pregnanti, anche perché pronunciati da voci femminili autorevoli, erano stati dichiarati qualche anno fa dalle femministe storiche della Libreria delle Donne di Milano che avevano proclamato nel Manifesto “Immagina che il lavoro”: “Noi donne, più degli uomini, siamo coscienti che non esiste alcuna divisione tra vita e lavoro; ciò che ci rende felici nella vita, ci rende felici nel lavoro, e viceversa. Per questo sta a noi condurre la battaglia, oggi nuovamente necessaria, per cambiare le regole del mondo del lavoro e migliorare la qualità della vita di tutti”.

Cosa ne pensate? E’ arrivata l’ora di quella che Huffington chiama la terza rivoluzione femminile?

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