Ed eccoci care mamme a scoprire insieme quali sono i pericoli del web che ci preoccupano di più.
In verità, personalmente, da mamma di 3 figli pre e adolescenti, mi preoccupano tutti perché sono tutti tra loro collegati e a cascata ci possono ‘contaminare’ tutti da vicino…
Sexting, Grooming, Cybercrime, Cyberbulling, Sextortion… chi più ne ha più ne metta!
Insomma… si salvi chi può! E alle volte viene proprio da buttarla dalla finestra questa tecnologia che invade la nostra vita!
Ciò che sembra far più paura, complici anche i quotidiani episodi di cui la stampa si fa voce, sono i fenomeni legati alle violenze fisiche: pedopornografia e adescamento in primis, seguite dal bullismo via web.
Fenomeni, tutti, che, quando superano i limiti e vengono a galla, sfociano in veri e propri reati perseguibili e di questo tutti noi dobbiamo divenire coscienti.
La parola dunque alla nostra Daniela, esperta legale, per provare a chiarire quali sono i rischi concreti che corrono i nostri ragazzi (e anche noi genitori!) quando si superano i limiti e non si rispettano le leggi!
Lo sviluppo delle tecnologie informatiche ha portato, nel corso degli ultimi decenni, a disegnare nuovi scenari ed a far scaturire nuove problematiche anche a livello giuridico-legale.
Infatti, con l’avvento di internet, è sempre più frequente la necessità di sviluppare metodologie e normative, idonee a contrastare i numerosi reati informatici, intendendo per reato informatico, o computer crime, un qualsiasi reato che per la sua realizzazione, necessita dell’ausilio di un computer. Pertanto, attraverso la rete è possibile commettere sia attività illecita, sia essere vittima di reato.
Secondo gli ultimi dati statistici di “Save the children”, proprio il web attraverso chats, forum, giochi di ruolo, e-mails, social networks, ha vertiginosamente incrementato la crescita dei reati di grooming (adescamento di minori su Internet), cyberbullismo, pedofilia e pedopornografia, ed è aumentata conseguentemente la tendenza ad utilizzare internet come luogo e mezzo principale per commettere tali fattispecie di reati.
Al fine di scongiurare un’allarmante crescita di reati ai danni di minori, l’Italia ha ratificato la Convenzione di Lanzarote del 2007, sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale. Ciò con l’evidente fine di rafforzare la tutela dei minori e di predisporre norme volte ad ostacolare tutti quei reati consumati tramite l’uso delle moderne tecnologie e dei mezzi telematici di comunicazione.
Il reato di “grooming”, previsto dall’art. 609-undecies del codice penale, definendo l’adescamento come “qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione”, offre tutela penale ai minori di anni sedici, vittime di comportamenti seduttivi posti in essere da parte di soggetti maggiorenni che intendono abusare o sfruttare sessualmente il minore stesso.
Quanto al metodo utilizzato per indebolire e carpire il minore può essere dei più svariati, quali ad esempio il convincimento effettuato attraverso una normale chat-line, e-mail con l’invio di immagini pedopornografiche, al solo ed esclusivo fine di convincere la potenziale vittima ad incontrarsi per potere, come abbiamo già detto, sedurre il minore ed abusarne sessualmente.
Non meno importante è il cyberbullismo, termine usato per indicare azioni di prevaricazione, molestia, violenza, ingiuria, diffamazione o pubblicazioni oscene, commesse da un minore a danno di un altro minore e posti in essere attraverso l’utilizzo dei mezzi elettronici come e-mail, chat-line, blog, social network e siti web. In realtà la normativa italiana, non contempla alcuna disposizione specifica in materia di cyberbullismo, anche se vi sono proposte di legge in tal senso. Sono pertanto perseguibili come reati i comportamenti di cyberbullismo che configurano reati quali la violenza privata, lo stalking, l’ingiuria, la diffamazione, la violazione della privacy, il furto di identità, le pubblicazioni oscene, ecc.., reati tutti prontamente puniti dal codice penale italiano.
Mi preme altresì fare un brevissimo cenno al reato di pedopornografia, previsto dall’art. 600 del codice penale, che si riferisce in modo specifico alla distribuzione, divulgazione, pubblicazione di materiale pedopornografico e/o alla realizzazione di esibizioni pornografiche per via telematica, aventi ad oggetto immagini e filmati riguardanti minori degli anni diciotto coinvolti in comportamenti sessuali. Il mezzo utilizzato per porre in essere la condotta lesiva, può essere l’utilizzo di una chat-line o di un programma di file-sharing, di un blog o di un social network.
Da queste brevi note, è facile comprendere come, gli splendidi e moderni mezzi della tecnologia, possano essere il canale attraverso il quale, i minori di età, diventano vittime di un reato.
Far capire ai nostri figli i limiti, i pericoli ed i rischi legati alla rete è dunque fondamentale ed è prima di tutto una questione educativa… A noi genitori spetta tale arduo compito al fine di salvaguardare il loro bene.
Nelle prossime puntate approfondiremo in particolare i due fenomeni che ci preoccupano analizzati sotto il microscopio delle nostre esperte… Chissà che riusciremo insieme a trovare l’antidoto più efficace per i nostri figli!!
;-)