Vittime di stalking, picchiate, abusate, uccise. Dall’inizio dell’anno sono molte le donne che hanno subìto violenza da parte di estranei, mariti, amanti, fidanzati, compagni, figli e nipoti. Uomini diversi, ma tutti accomunati dall’incapacità di controllarsi, frenare i propri istinti, accettare la fine di una relazione. La Facoltà di Psicologia dell’Università Telematica di Roma “Niccolò Cusano” ha dedicato l’infografica a questa terribile realtà: Stop alla violenza contro le donne. Dati e analisi per un cambiamento che vi proponiamo qui sotto.
Il femminicidio è una delle piaghe più cupe e preoccupanti della società contemporanea, un fenomeno in crescita in Italia e nel mondo. Secondo la mappa riportata nella prima parte dell’infografica, a livello mondiale la percentuale di donne che hanno sperimentato una violenza fisica o sessuale almeno una volta nella propria vita è superiore al 30%. Le percentuali più elevate si registrano in Australia (68%), Asia (67%) e Africa (64%).
In Italia, in particolare, il numero di femminicidi nel 2015 è calato del 6,5% rispetto al 2014, 128 contro 136: in media, una donna ogni tre giorni è stata assassinata dal proprio marito o compagno. Secondo fonti ministeriali, nei primi 6 mesi del 2016 i casi di femminicidio sono stati 36, quasi il 23% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato confortante, ma non per questo inconfutabile, che ci si augura incoraggi ancora di più l’azione di prevenzione e contrasto del fenomeno. Scorrendo l’infografica, è possibile osservare come nel nostro Paese le donne vittime di stalking siano circa 3,5 milioni, quasi la metà rispetto a coloro che subiscono violenza fisica o sessuale. I casi più frequenti di violenza psicologica si verificano al Sud e nelle Isole e – dato allarmante – la quasi totalità delle donne è paralizzata di fronte all’ossessione e alla instabilità dei propri uomini: solo il 12% di loro ha infatti il coraggio di denunciare.
Allora come difendersi? Di fronte a un’emergenza chiara e dilagante come quella della violenza sulle donne, di qualunque tipo essa sia, l’impegno di Centri Antiviolenza presenti in tutte le regioni italiane e di Onlus come la Casa delle Donne è quello di aiutare le potenziali vittime a sviluppare la consapevolezza del rischio e comprendere quando è il momento di chiedere aiuto. Chiudono l’infografica i consigli dell’associazione Casa delle donne, da oltre 20 anni al fianco delle vittime di violenza, e il parere della criminologa Cinzia Mammoliti. Secondo la dott.ssa Mammoliti, «L’ultimo appuntamento è sempre il più pericoloso. L’abusante capisce di aver perso la donna e chiede l’ultimo appuntamento, magari cercando di convincerla con regali, fiori, ricatti affettivi. Negare sempre l’ultimo appuntamento è essenziale».
E alla domanda su quali siano i primi campanelli d’allarme di una relazione ‘malata’, l’esperta risponde: «Quando la vittima sente che sta vivendo un disagio e non riesce più a comunicare con il partner. Quando l’uomo non ha il controllo di sé. Campanelli d’allarme sono i ripetuti messaggi, quando si chiede di essere lasciate in pace».
Infografica a cura della Facoltà di Psicologia Università Niccolo’ Cusano