Questo non è un post, questa è una preghiera che rivolgo ai padri, futuri padri o neo-papà, insomma a qualunque essere di sesso maschile dotato di prole a un qualunque stadio di sviluppo: non smettete mai di guardare la madre dei vostri figli per prima cosa come una donna, la compagna che avete scelto, quella che vi ha fatti innamorare.
Si dice che gli uomini dopo la nascita di un figlio mal reggano la concentrazione della propria compagna sul proprio ruolo di mamma e che vorrebbero al più presto tornare ad essere coppia, quasi come se la nascita di un figlio poco modificasse il rapporto all’interno della famiglia.
Al di là dell’ovvio fatto che i rapporti si modificano eccome, esiste anche un secondo tipo di padre e cioè quello che inizia a vedere la propria compagna esclusivamente come una mamma angelicata, l’equivalente mammesco della Beatrice di dantesca memoria.
E quindi intoccabile, vocata completamente al ruolo di mamma e spersonalizzata di tutte le sue caratteristiche che esulino da questo ruolo.
Ecco, come dire…anche no!
Cari signori che appartenete a questa scuola di pensiero (gli altri mi scusino, sono autorizzati a chiacchierare col vicino o giocare a Ruzzle fino a farsi venire i crampi alle dita) vi svelo un segreto: le madri angelicate non esistevano nemmeno negli anni ’50. L’unica differenza è che ora invece di sgranarvi dietro rosari di improperi quando non sentite e cucirvi male i calzini così che vi facciano male nelle scarpe, vi dice di stendere il bucato o cambiare il pannolino al pupo.
Quindi piantatela di pensare che ora il suo ruolo sia solo quello di mamma e angelo del focolare!
Perché i figli non sono sempre simpatici o facili da gestire, e curare la casa non è la massima aspirazione di una donna, nemmeno di quelle che scelgono di non tornare al lavoro dopo il parto perché spesso sono comunque piene di interessi che vanno oltre la marca migliore di candeggina.
Una mamma rimane sempre e comunque una donna, con passioni, intelligenza, professionalità e fascino, lo stesso che avete visto in lei quando l’avete conosciuta e gli unici pensieri che vi si affacciavano alla mente erano di quel genere che (secondo voi!) nessuno dovrà mai rivolgere alla vostra dolce bambina che fa “ghe ghe” dalla sdraietta.
È vero che forse è stanca, con le occhiaie, che i suoi ormoni impazziti la rendono simpatica come un rotweiller con la rabbia, ma è sempre lei e se l’aiuterete, se sarete suoi complici, se le direte che è bella anche quando lei si sentirà uno schifo, se saprete assecondare le sue stanchezze e le sue euforie, allora riceverete un tesoro inestimabile per la vita: una compagna innamorata.