Uno dei primi fattori di rischio in casa è quello dei detergenti e in generale dei prodotti chimici.
Fin da prima dell’arrivo di mia figlia mi sono posta il problema di quanto la nostra vita fosse inquinata da sostanze di uso quotidiano.
Detersivo per i piatti, per la lavastoviglie, per la lavatrice, lavavetri, detersivo per pavimenti, anticalcare e chi più ne ha più ne metta.
Per esempio potete dare un’occhiata a questa indagine del WWF per farvi un’idea di quanti prodotti chimici entrino nella nostra vita di tutti i giorni e quanto danno possano fare.
Fin da quando io e mio marito ci siamo sposati ho dovuto fare i conti con la sua fortissima sensibilità ai profumi e soprattutto all’ammorbidente. Se lo uso si gratta. E con i detersivi profumati starnutisce.
Quindi ho iniziato a usare dei detergenti ecologici e privi di tensioattivi di sintesi.
Io mi sono trovata molto bene con questi ma ce ne sono molti in circolazione, anche al Lidl o alla Coop per esempio.
Però poi mi sono chiesta se si poteva fare di meglio.
Anche perché pure mia figlia è un soggetto “sensibile” (non parlo di intolleranze o allergie perché non abbiamo mai fatto test in questa direzione).
La strada dell’autoproduzione
Così ho iniziato a documentarmi sull’autoproduzione dei prodotti chimici di pulizia ed ecco cosa ora realizzo in casa:
- spruzzino di bicarbonato per igienizzare e sbiancare
- spruzzino con aceto o acido citrico diluito come anticalcare
- bicarbonato in polvere per togliere i residui di sapone (e come deodorante personale ma è un’altra storia!)
- acqua e succo di limone per pulire il forno
- acqua bollente, bicarbonato e detersivo bio per i piatti per pulire i pavimenti; se ho tempo uso il vaporetto
- acido citrico come ammorbidente (anche se ultimamente la durezza dell’acqua è peggiorata e alterno con dell’ammorbidente ipoallergenico in attesa di montare l’addolcitore per l’acqua)
- soda solvay, bicarbonato e sapone di marsiglia per la lavatrice o se sono molto di corsa i detersivi ecologici industriali di cui sopra di cui tengo una scorta
- percarbonato (NON perborato che è tossico) come sbiancante da bucato.
Per avere informazioni su come produrre questi detersivi home made potete guardare qui:
1. Detersivi bioallegri
2. Nati x delinquere
3. La regina del sapone
Dove mettere i prodotti chimici
Ma come gestire i prodotti chimici da un punto di vista organizzativo?
Non è che servano grandi cose.
Se avete la possibilità semplicemente…spostateli in alto!
Io ho preso una scatola IKEA di quelle bianche trasparenti col coperchio e l’ho messa sulla scaffalatura alta (a livello dei miei occhi) in dispensa (ho una dispensa-cantina dentro casa al piano terra davvero molto comoda!).
Per le cose da lavatrice ho solo montato una mensola in lavanderia.
L’alternativa, se non avete spazi “di riserva” da dedicare, è usare un lucchetto da antine o le ventose. Trovate entrambi sia da IKEA che in ogni negozio di articoli per bambini.
La cosa fondamentale è che i prodotti chimici non siano a portata “di nano” ma nemmeno scomodi per voi altrimenti torneranno in men che non si dica in una posizione accessibile e pericolosa.
Con questo sistema Ida ha imparato che non sono cose da toccare e ora che sta per andare alle elementari abbiamo potuto utilizzare di nuovo il ripiano sotto il lavandino perchè per lei è come se i detersivi non esistessero.
Ricordate anche che quanto vale per i detersivi vale anche per i prodotti di bellezza (shampoo, bagnoschiuma, creme ,ecc…) che sono molto pericolosi in quanto spesso profumati con aromi richiamanti il cibo (frutta, vaniglia, cioccolato, ecc…), e ancora di più le medicine.
Anche questi prodotti vanno messi in sicurezza.
Per le medicine da IKEA mi ero innamorata di un mobiletto da PS ma il marito vista la mole di roba acquistata aveva minacciato il divorzio e l’ho lasciato lì con il pianto nel cuore. :-D
E voi come gestite i prodotti chimici in casa?