Articoli, commenti, condivisioni sul fatidico rientro a scuola sono in questi giorni i più consultati e cliccati tra i genitori. L’inizio della scuola è un rito di passaggio, che ci ricorda la fine delle vacanze e il rientro nella routine quotidiana …
In queste poche righe però non vorrei parlare di figli, vorrei provocare voi lettori parlando di adulti. Si, proprio all’ingresso in classe dei vostri figli chiedo a voi in modo provocatorio
Gli adulti hanno ancora bisogno di andare a scuola?
Recenti indagini (Ocse, denominata All, Adult Literacy and Life Skills) dimostrano quanto gli italiani ne avrebbero veramente bisogno: il 33 % sembra soffrire di analfabetismo funzionale.
Con il termine analfabetismo funzionale si designa l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. (da Wikipedia)
Oltre a portare conseguenze a livello sociale tale dato può farci riflettere sull’educazione dei più piccoli. Nel ruolo di genitori (oltre che di insegnanti) è sempre importante collegare e connettere alla vita quotidiana le abilità apprese a scuola. Tale stimolo favorisce la consapevolezza dell’utilità del proprio apprendimento nella vita sociale e stimola la sana curiosità.
Il metaforico ritorno a scuola trova un riscontro più ampio e ancora più interessante nella vita dell’adulto. Si pensa infatti troppo spesso che l’età adulta sia la tappa definitiva dello sviluppo. Per certi versi è sicuramente vero ma se pensiamo meglio alla nostra vita ci rendiamo conto di essere persone che vivono continuamente cambiamenti personali in una società in continua trasformazione.
“La vita adulta attraversa continui cambiamenti. Piccoli nel quotidiano ma anche discontinui”(L. Formenti) che richiedono momenti di riflessione e di scelta. (l’arrivo di un bambino, il cambio di lavoro o di città …)
Non accogliere questa prospettiva determina due possibili rischi che possono portare conseguenze anche sul ruolo genitoriale:
-
pigrizia negativa → possibile conseguenza: “è impossibile pensare di poter modificare il mio approccio educativo con i figli”
-
infallibilità → è impossibile compiere errori e mostrarsi debole al cospetto dei propri figli
Una volta diventati coscienti della possibilità di poter apprendere e cambiare ancora potremmo chiederci
Come favorire l’apprendimento?
Se pensiamo alla velocità con cui cambia la società ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale, per esempio, aggiornarsi in continuazione nel mondo del lavoro. Anche il ruolo genitoriale è in continuo mutamento e richiede uno spazio per poter riflettere e metabolizzare la propria azione educativa.
L’educazione degli adulti passa attraverso l’esperienza, ma l’esperienza educa solo se pensata, se ci si riflette sopra per esempio attraverso:
– occasioni non strutturate
-
riflessione e rilettura personale sull’esperienza personale
-
confronto con il proprio compagno/a
-
confronto con altri adulti anche attraverso i nuovi media (per esempio questo blog)
occasioni strutturate
-
corsi formativi o conferenze tenuti da esperti nell’ambito dell’educazione
-
incontri tematici con un facilitatore
In entrambi i tipi di occasioni è bello sentire la voce dei genitori che si interrogano sulle scelte educative, ciò vuol dire mettere in atto un pensiero sulle proprie azioni che porta ad incrementare la consapevolezza e quindi a favorire il cambiamento se necessario e nuovi apprendimenti.
Infine applicare questo stile di vita è un buon esempio anche per i propri figli e anche uno stimolo al continuo confronto con loro. Dalla relazione con i propri figli si può apprendere molto! Basta capovolgere il punto di vista e anche loro possono trasformarsi in pi