Esiste una prima comunicazione tra mamma e feto? Provate a chiedere ad un conoscente il suo primo ricordo di vita. Cosa vi risponderà? A quando risalirà quel ricordo?
Solitamente la maggior parte delle persone ha ricordi a partire dai 3 anni circa, la minor parte a partire dai due e solo pochi posseggono ricordi propri che risalgono ad un’epoca ancora antecedente i due anni di vita … per non parlare poi dei ricordi che risalgono addirittura alla vita intrauterina. Eppure, anche se nessuno di noi ne ha coscienza, tutti quanti eravamo in grado si sentire quello che ci accadeva intorno a livello acustico, e anche, eravamo in grado di “sentire”, a livello emotivo, quello che la nostra mamma ci trasmetteva. Importanti studi, condotti negli ultimi anni, evidenziano che la qualità della vita intrauterina del feto ha effetti sullo sviluppo psicologico dell’individuo.
Siete mai stati sott’acqua al mare e in piscina? Avete mai fatto attenzione a come si sentono i rumori? L’acqua non isola dalle onde sonore, anzi, le propaga. Ecco perché i rumori si avvertono forte e chiaro. Provate a sperimentare! Al mare o nella vasca da bagno, immergete la testa e ascoltate i sassolini che si muovono sul bagnasciuga o ticchettate con l’unghia contro il bordo della vasca. Ecco, questo è più o meno ciò che avverte un bimbo nel pancione.
Ancora, provate a ricordare se vi è mai capitato di stare a contatto con una persona particolarmente nervosa, o al contrario, particolarmente calma e rilassata. Lo stato emotivo di quella persona non vi è arrivato sulla pelle come una corrente elettrica o come una carezza rilassante? Qualcosa è passato, giusto? Ecco, in realtà ciò che è passato è lo stato emotivo. Ora pensate al feto, collegato tramite cordone ombelicale alla mamma ed immerso costantemente in un liquido all’interno del corpo materno, possiamo presumere che i vissuti della mamma in qualche modo arrivino al bambino? Questo è proprio quanto evidenziato da alcune ricerche.
La mamma, è per il bambino il “contenitore” all’interno del quale si sviluppa, ella è un medium tra la vita al di fuori del suo corpo, quella all’interno del suo corpo ed il bambino che sta crescendo; detto in parole semplici, la mamma è la prima casa del piccolo nascituro. Se in casa si vive un clima sereno ci si può prefigurare uno sviluppo psicologico di un tipo, se il clima è teso o violento, ci si può aspettare che il bambino si strutturi in un modo differente.
Alcuni studi evidenziano che, quando la gestante subisce un turbamento emotivo intenso, il feto risponde a tale evento con un tempo piuttosto prolungato di attività motoria; inoltre, qualora la mamma vivesse una situazione emotiva di costante tensione, caratterizzata dalla percezione di aver poco o alcun controllo sui fatti, si evidenzia, alla nascita, un basso peso corporeo del bambino. Il vissuto emotivo della donna in riferimento alla gravidanza, quindi, accettazione della stessa oppure no, è risultato essere strettamente correlato con specifiche caratteristiche di personalità del bambino: una ricerca condotta su 163 donne ha evidenziato che un atteggiamento di non accettazione della gravidanza è da ritenersi in relazione ad un comportamento deviante e patologico nel bimbo. Al contrario, studiosi, ipotizzano che soggetti con una buona autostima e fiducia, siano stati bambini desiderati ed amati già dai primi momenti del concepimento, e che queste emozioni piacevoli di mamma e papà siano passate al feto durante lo sviluppo.
Se site interessati ad approfondire l’argomento, alcune considerazioni interessanti le potete trovare sul portale Psychomedia.