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Nuovi Padri: tra stereotipizzazione e realtà

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Da qualche settimana in onda su RAI3 un nuovo programma televisivo che racconta i nuovi padri di oggi, dal titolo Chiedi A Papà. Che in corso ci sia una rivoluzione nelle famiglie italiane lo si percepisce sin dai giorni che precedono la “prima” della trasmissione: sbirciando il web si trovano interi post schierati pro o contro il nuovo format. Da una parte c’è chi sostiene che i papà non siano in grado di gestire i figli, dall’altra chi ritiene che questo pensiero sia solo una stereotipizzazione dell’idea del padre degli anni ’70/’80.
È sulla base di questi filoni che ho voluto fare una mia ricerca da accostare a quanto ci viene mostrato in TV, dello spaccato delle famiglie italiane per scoprire come sono i nuovi padri e le famiglie di oggi con numeri alla mano e farne un’infografica.

Da un’inchiesta fatta da Focus e nostrofiglio.it insieme ad Eurispes sull’evoluzione della figura paterna nella società italiana emerge che i papà che accudiscono i figli esistono davvero e non sono una merce così rara quanto invece sono ancora “diamanti rosa” i padri che dividono equamente le faccende domestiche.

Dare da mangiare, leggere o raccontare una storia, accompagnarli alle attività extrascolastiche, farli addormentare o cambiare il pannolino è, per il la maggior parte dei padri italiani, del tutto normale. C’è comunque una parte di papà che ritiene lo svolgimento di queste attività “a volte necessarie”, mentre è minima la quota di chi lo ritiene inopportuno. Nonostante questo, esiste una buona percentuale, quasi la metà, che sostiene che esistono attività legate alla cura dei figli, decisamente più femminili e quindi adatte alle donne rispetto che agli uomini, tra cui l’ipotizzare il sacrificio della sfera lavorativa per curare i figli. Insomma i papà stanno coi figli, li accudiscono amorevolmente ma quando si tratta del lavoro non ci sono santi: è la carriera della mamma ad essere “sacrificabile” a differenza di quella del padre. Solo in pochi rimarrebbero a casa dal lavoro perché i figli sono ammalati.

Quindi da questa ricerca sui nuovi padri, che potete leggere nella sua versione integrale, risulta che la distribuzione dei compiti genitoriali sia indirizzata verso il raggiungimento di una parità che comunque ancora non c’è nonostante i papà di oggi siano decisamente più collaborativi rispetto ai padri del passato e le mamme più propense a delegare ma, per quanto se ne dica, ancora oggi la mamma sta a casa in maternità e il papà lavora per mantenere la famiglia.

Quanti papà starebbero effettivamente a casa in congedo parentale ma soprattutto quante mamme vi rinuncerebbero? Io mai e poi mai avrei rinunciato a stare a casa coi miei figli piccini. Voi?

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3 Comments

  1. 1

    Mio marito è quello che, in questo articolo, viene considerato un “Diamante Rosa” in quanto gioca con i figli tutti i giorni (Alessandro 2 anni e Marialuce 4 mesi), prepara la cena e la colazione (rigorosamente macedonia di frutta tutte le mattine e, si sa, alla mattina, di tempo per preparare ce n’è poco), fa la spesa, tiene monitorata la dispensa del cibo, cambia i pannolini e fa i bagnetti.
    Inoltre, da febbraio, starà a casa in congedo per allattamento dato che io sono lavoratrice autonoma e non posso usufruirne!
    :)

    • 2

      Ylenia anch’io faccio parte di quella categoria di donne che accanto hanno un “diamante rosa” e capisco benissimo. Spesa, attività sportive, cucinare… un mito. davvero. Quando ebbi i nostri bimbi io ero assunta e lui agente di commercio quindi usufruii io del congedo parentale. Oggi che sono freelance lascerei che fosse lui a usufruirne. Ma solo con queste condizioni :)

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