Tutti sanno che io ho la suocera migliore del mondo: si chiama Bertilla Alberelli, per me è un punto di riferimento meglio della mamma e tutte le amiche me la invidiano. Saprete che c’è? Che ne avete tutti i motivi, perché davvero è la suocera che tutte le nuore desiderano. E io che l’ho.
La mamma è la mamma, ma la suocera è meglio.
Il nostro rapporto straordinario è nato da una litigata epica nella migliore tradizione: nuora e suocera che si scornano perché alla vigilia del matrimonio lei insisteva a dire la sua su tutto, io – stanca di sentirmi dare opinioni spesso contrastanti col mio gusto – a un certo punto sono sbottata. A un mese dal matrimonio ho dato l’aut-aut: o la finiva o io non mi sarei sposata. Ce lo siamo dette guardandoci in faccia, in un vero incontro a tavolino. Lei si è scusata perché lo faceva per affetto, io mi sono scusata perché mi sentivo soffocare dalle attenzioni e mi innervosivo. Da allora siamo diventate amiche, anzi meglio: complici. Per me Bertilla è un punto di riferimento fondamentale. Le lascio i miei figli, perché visto che ha cresciuto il suo tanto bene da farlo diventare il mio uomo ideale, direi che ha tutte le carte in regola per crescere altrettanto bene i miei bambini. È stata fondamentale per me quando ho avuto la depressione post parto: mi è stata vicina, mi ha rincuorata, ha trovato le parole giuste per aiutarmi. È il mio punto di riferimento ora: con i figli che impattano sulla stabilità del rapporto, so che posso confidarmi e avere un giudizio più equo rispetto a quello che avrebbe mia madre. E poi è una compagna di shopping straordinaria: ha un ottimo gusto e non mente: se una cosa non mi sta bene lo dice. È sempre lei che dice “dai, prendilo!” quando sono indecisa se farmi un regalo o no.
Non so cosa sia la rivalità tra donne in questo frangente. Siamo state fortunate ma perché insieme abbiamo costruito un dialogo fatto di chiarezza e confronto rispettoso. E a tutte le mie amiche che si lamentano della suocera dico sempre “ma ti sei messa a chiacchierare a tavolino con lei?” perché è questo che non si fa spesso: si parte dal presupposto di avere ragione. Invece basta una cosa banale come una chiacchierata sincera davanti a una tazza di caffè per risolvere scontri atavici che vogliono sempre noi mogli isteriche e loro mamme ipercritiche e impiccione.
Io una suocera come la mia ve la auguro. E ora vado a coccolarmela un po’, perché io, senza di lei, davvero non riuscirei a fare un accidenti!
Voi? Come va con la suocera?
